L’Italia che sta con Breivik

Al Jazeera ha fatto un pezzo dove pare che in Italia siamo tutti d’accordo con Borghezio, che è d’accordo con Anders Breivik. Bisogna ammettere che in parte è vero, visto che per diventare eurodeputati come Borghezio e Speroni, e per andare al governo come il loro partito, servono tanti voti.

Una donna disperata

Il colpo basso che Letizia Moratti, imbeccata da qualche zelante spin doctor male informato, ha pensato di rifilare a Giuliano Pisapia al termine del confronto televisivo su Sky, sarà un boomerang micidiale. Davvero un mezzuccio misero, da povera donna,disperata, triste, solitaria y final. (la terrificante foto che pubblichiamo compare sul sito ufficiale della Moratti).

Un ministro sull’orlo di una crisi di nervi

“Ma lei è un ministro….”. Forse gli urlacci di Ignazio La Russa hanno coperto le parole sconsolate che lo studente intervenuto ad Annozero gli ha rivolto nella puntata del 16 dicembre. “Ma lei è un ministro…” Sì, un ministro della Repubblica non può esibirsi in modo così sguaiato e volgare davanti alle telecamere. Neppure quando può avere qualche ragione. Purtroppo non è la prima volta che La Russa perde la testa pubblicamente. Già un’altra volta qualcuno gli ricordò in diretta che era un ministro della Repubblica.  Fu Rosy Bindi e accade su Rai3, quando La Russa si mise a sbeffeggiare Conchita De Gregorio, direttore dell’Unità, chiamandola “Conchitina”. E ci ricordiamo di quando, il marzo scorso, La Russa si improvvisò buttafuori da discoteca e cacciò un giornalista freelance che faceva domande scomode durante una conferenza stampa di Silvio Berlusconi?
Non c’è nulla da fare. Nonostante gli sciacqui e risciacqui con l’acqua di Fiuggi, alla fine, sotto sotto, quando gratti spunta sempre il nero.

Letterina

Caro Di Pietro,
In un’intervista al Corriere della Sera oggi fai mea culpa. Ma non basta. E no. Come scrivevamo ieri, dovresti spiegare dove prendi la gente che porti in Parlamento, come la scegli. Oggi ti dici dispiaciuto di quello che è successo, dei due deputati del tuo partito che hanno dato al governo due dei tre voti che gli hanno consentito di sopravvivere. Insomma, se quei due voti fossero andati dall’altra parte, oggi avremmo una maggioranza diversa. Ed è un film già visto. Già in passato ci sono stati deputati tuoi che hanno fatto il salto, in modo decisivo. E allora: chi, cosa, garantisce che il tuo partito non lo faccia ancora? Che non continui a offrire, attraverso i suoi deputati, altre occasioni d’oro alla classe politica che dichiara di voler combattere? Serve quindi qualche spiegazione sul metodo: Di Pietro, come scegli i tuoi deputati? Chi te li presenta? Come verifichi il loro curriculum? In base a cosa hai stabilito che Razzi e Scilipoti, che oggi hai definito “privi di strumenti culturali”, fossero degni di sedere in Parlamento? Intendi completare la tua autocritica con una dettagliata spiegazione di come sceglierai i tuoi prossimi deputati, per evitare che succeda ancora, ammesso che qualcuno intenda ancora votare il tuo partito?
Fiduciosi in una risposta molto presto,
Atlantis.

Molti capiranno

Probabilmente Antonio Di Pietro non ha voglia, oggi, di parlare di Domenico Scilipoti. Ma prima o poi dovrà spiegare come sceglie i candidati. Domenico Scilipoti, protagonista di scene memorabili in Parlamento e fuori, è una creazione di Di Pietro e del suo partito. Prima o poi Di Pietro avrà voglia di spiegare i criteri con cui sceglie le persone che porta in Parlamento.

Scilipoti, che oggi ha votato a favore del governo esprimendo uno dei tre voti di vantaggio ottenuti dall’esecutivo di Silvio Berlusconi, ha detto in Parlamento che per le strade di Roma c’erano delle manifestazioni a suo favore. Ecco, questo è il filmato della manifestazione. La gente che regge il cartello non sa neanche chi sia, Scilipoti.

Scene indimenticabili. Ma c’è di più. Il deputato dell’Italia dei Valori ha detto che ha votato a favore di Berlusconi per lasciare un segno nella storia. Ha detto proprio così. E poi ha parlato di guerra civile da evitare. Mentre qualcuno si domandava se fosse il caso di misurargli la febbre, Scilipoti interveniva in aula per annunciare un voto “storico”.

Scilipoti ha le sue idee. Anche a proposito dell’ortografia:

Un conto è la legge elettorale, senz’altro discutibile. Altro sono i criteri per scegliere i candidati. Ecco, sarebbe arrivato il momento, per Antonio Di Pietro, di spiegare come sceglie i suoi.

La troia sdoganata

Questa mattina, nella lunga diretta di Rainews 24, Corradino Mineo, direttore del canale all news della Rai, ha sdoganato sulla tv di Stato la parola “troia”. “All’onorevole Catia Polidori, che ha votato la fiducia a Berlusconi, hanno gridato ‘sei una troia’”, ha detto Mineo, riferendo sui tumulti scoppiati nell’aula di Montecitorio durante il voto della mozione di sfiducia al Governo.