Il titolo qui sopra è quello scelto da Wired per raccontare la crisi diplomatica più incredibile dell’era digitale. L’esercito del Nicaragua avrebbe spiegato di avere issato la sua bandiera in territorio straniero basandosi sulle mappe di Google, che attribuivano al Nicaragua una porzione di territorio che invece appartiene al Costa Rica. Google ha chiesto scusa e correggerà le sue mappe. Ma c’è chi sospetta che si tratti di una scusa, e che in realtà il Nicaragua abbia fatto l’errore senza aiuti esterni. La vicenda è raccontata anche da Roberto Zichittella (uno degli autori di questo blog) in un articolo (http://http://www.ilriformista.it/stories/Prima%20pagina/294279/) apparso sulla prima pagina del Riformista l’11 novembre
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Altro stile
Vede qualche analogia fra la situazione di Sarkozy e quella di Berlusconi in Italia?
No, non ne vedo. Nicola Sarkozy ha dei ministri che hanno fatto degli errori, ma lui non è stato toccato direttamente dagli scandali. Sarkozy non ha avuto bisogno di fare leggi per mettere la museruola alla stampa o indebolire la magistratura. E in ogni caso Sarkozy ha un atteggiamento più democratico rispetto a Berlusconi.
(Christophe Barbier, direttore del settimanale francese L’Express, intervistato da Roberto Zichittella per Il Riformista)
Come David Cameron ha imparato a soffrire
Pubblichiamo un ritratto di David Cameron scritto da Roberto Zichittella per il Riformista e pubblicato sulla prima pagina del quotidiano il 7 maggio.
I Pacs secondo Busi
“Gli omosessuali si meritano la disgrazia di avere un matrimonio come tutti, al contempo diritto e cappio al collo”
(Aldo Busi in una intervista di Alessandro Da Rold pubblicata su Il Riformista del 4 maggio 2010)
Matteo Pagani, il globetrotter umanitario
Un ritratto di Matteo Pagani, il volontario di Emergency arrestato in Afghanistan e liberato domenica 18 aprile, pubblicato su Il Riformista del 17 aprile 2010.
Cota, il padano tranquillo
Pubblichiamo intregralmente il ritratto di Roberto Cota, nuovo presidente della Regione Piemonte, apparso su Il Riformista del 2 aprile 2010.
Da Novara s’avanza uno strano leghista. Mezzo terrone e di gentile aspetto. Non rozzo e discretamente educato. Che sa stare a tavola e capace di attaccare l’immigrazione clandestina senza evocare calci in culo, profanazioni suine, affondamenti di barconi e disinfestazioni di treni. Senza camicia verde, ma con indosso la lucida corazza del defensor fidei cattolico, tanto da strappare applausi in Vaticano.
Roberto Cota, il nuovo governatore del Piemonte, è il leghista che non ti aspetti. Continua a leggere
USA off limits per i feriti di Haiti
Sono sospesi i voli militari coin i quali, dopo il terremoto del 12 gennaio, sono stati trasportati negli ospedali degli Stati Uniti centinaia di feriti gravi. Ecco come la notizia è stata raccontata da Roberto Zichittella su Il Riformista di domenica 31 gennaio.
E’ bello e giusto essere generosi e solidali con le vittime del terremoto di Haiti, ma poi chi paga? La domanda arriva da Charlie Crist, dal 2006 governatore della Florida. Crist, un repubblicano, ha scritto a Washington per chiedere al governo federale di partecipare alle spese per le cure dei feriti haitiani ricoverati negli ospedali della Florida. Il risultato è che da mercoledì sono sospesi i voli militari con i quali venivano trasportati negli Stati Uniti alcuni dei feriti più gravi estratti dalle macerie del terremoto.
Nelle ultime due settimane sono circa 500 gli haitiani portati in Florida a bordo dei C-130 dell’esercito per essere curati. Sono persone con gravi fratture e ustioni molto estese, tra loro c’è anche un bambino con una lesione al cranio e diverse costole fratturate. Altre decine di feriti sono ricoverati nelle cliniche di altri stati. Ma ora tutto si è bloccato ed è cominciato un confuso e anche un po’ vergognoso scaricabarile.
Il governatore della Florida nega di aver chiuso le porte in faccia alla gente di Haiti. “Vogliamo continuare ad assistere i nostri vicini di Haiti, ma ci vuole un piano di azione e il rimborso delle spese che ci stiamo accollando”, dice Sterling Ivey, portavoce del governatore Crist. Non c’è una stima delle spese finora sostenute, ma secondo il New York Times le cure per centinaia di feriti molto gravi, bisognosi di trattamenti complessi, ammontano certamente ad alcuni milioni di dollari. Una spesa pesante in tempi di crisi e soprattutto per un governatore in corsa per un seggio al Senato federale nelle elezioni di mid-term del prossimo novembre. Farsi la fama di spendaccione in un anno elettorale non può certo aiutare Crist.
Lo stesso portavoce del governatore ammette che la richiesta di Crist al governo federale può aver provocato una certa “confusione”. E il risultato si vede. Il ministero della Salute sostiene che la decisione di sospendere i voli militari è stata presa dall’esercito. I militari ribattono che sono stati costretti a interrompere i voi quando gli ospedali della Florida hanno deciso di non accogliere più i feriti nei loro reparti. Non è vero, replicano, le autorità ospedaliere. Abbiamo solo chiesto, precisano, di dirottare alcuni malati verso altri ospedali della Florida, non solo quelli della zona meridionale dello Stato. Confusione totale, quindi.
Una soluzione potrebbe essere quella di applicare il National Disaster Medical System, una procedura utilizzata in caso di gravi disastri. Questo consentirebbe di coprire con soldi pubblici federali i costi delle cure per i feriti, senza distinzioni fra cittadini americani, haitiani legalmente immigrati o immigrati temporanei.
Intanto la lista dei feriti haitiani bisognosi di cure specialistiche è sempre più lunga e sull’isola non ci sono strutture mediche così sofisticate da consentire terapie efficaci.
Ma gli aerei non partono. I sopravvissuti in buona salute, invece, stanno organizzando i primi barconi per lasciare Haiti. Un gruppo di cento persone è stato intercettato all’altezza delle isole di Turks e Caicos, un territorio d’oltremare del Regno Unito situato a circa 145 chilometri dalle coste di Haiti. Per il momento gli haitiani non sono stati respinti, ma la autorità britanniche hanno deciso di ospitarli in un centro sportivo. Questi boat people sono l’avvisaglia di un esodo previsto e temuto da gran parte degli Stati della regione caraibica. Il terremoto del 12 gennaio ha lasciato senza casa un milione e mezzo di haitiani. E’ gente che non ha nulla da perdere a sfidare la sorte su un barcone della speranza.
ROBERTO ZICHITTELLA
Un culo, una faccia
In una intervista al quotidiano Il Riformista, Tinto Brass, candidato alle regionali coi radicali in Veneto e in Lombardia, ha annunciato il suo slogan: “meglio un culo che una faccia da culo”. Si accettano scommesse per il manifesto della sua campagna elettorale.
Scientology sbarca ad Haiti
Oggi fa notizia l’arrivo di John Travolta ad Haiti. L’attore, ai comandi di un aereo, è atterrato a Port-au-Prince portando aiuti e volontari di Scientology,l’organizzazione di cui egli stesso fa parte. La presenza di Scientology ad Haiti era già stata anticipata domenica 24 gennaio da un articolo di Roberto Zichittella in prima pagina su Il Riformista, che pubblichiamo integralmente.
“Sono arrivata ad Haiti!Comincia l’avventura!”. Così scrive sul suo blog Ellen, una giovane volontaria di Scientology arrivata venerdì a Port-au-Prince con un volo partito da Los Angeles. Ellen non ha avuto ancora il tempo di mettere sul blog fotografie da Haiti. Ci sono però le foto che la mostrano prima della partenza, in aeroporto, sorridente nella sua maglietta gialla con la scritta “Volunteer of Scientology”.
Autopromozione
Oggi, domenica 24 gennaio, gli autori di questo blog, Gaetano Prisciantelli e Roberto Zichittella, firmano entrambi su Il Riformista, il quotidiano diretto da Antonio Polito. Prisciantelli racconta il suo viaggio in pullman, da Roma a Bari, con i sostenitori di Nichi Vendola che voteranno alle primarie in Puglia.
Zichittella scrive a proposito dei volontari di Scientology arrivati ad Haiti.